Campagne, strumenti, iniziative, obiettivi e strategie: abbiamo pensato prima di agire?
Autore: Marco Bertani | Responsabile dell’Innovazione in Leonardo Assicurazioni
Cambiare approccio per essere efficaci
Da sempre siamo abituati ad agire e solo dopo, talvolta ma non sempre, a domandarci se quell’azione sia funzionale o meno rispetto a dove vogliamo andare e come vogliamo farlo. In altre parole, ai nostri obiettivi e alle strategie che abbiamo elaborato per raggiungerli.
D’altra parte, restare fermi ad aspettare che ogni condizione sia quella giusta, che ogni dubbio sia dissipato, che tutto sia pronto e funzioni a dovere, risulterebbe controproducente e con tutta probabilità ci condannerebbe a perdere il tempismo corretto rispetto alla messa in atto di qualsivoglia attività. Rendendola inefficace.
Si tratta dunque di avere un disegno solido in testa e domandarsi, facendo una rapida analisi basata sui dati, se aderire o meno ad una determinata attività, introdurre uno strumento a supporto della consulenza, lanciare una campagna di comunicazione, mettere in campo una certa iniziativa commerciale, sia funzionale e risponda al nostro progetto.
Tre domande per prendere la decisione giusta
In particolare, ci sono tre aspetti sui quali ci dobbiamo interrogare, nel momento nel quale ci
apprestiamo a prendere una decisione di questo tipo:
– In che misura riteniamo che questa particolare azione possa portarci più vicini al raggiungimento dei nostri obiettivi? Qual è il valore aggiunto specifico che ci aspettiamo?
– Risulta coerente rispetto alle altre attività che avevamo messo al centro delle nostre strategie? Le supporta o ci costringe a rivederle?
– La nostra rete come la recepirà e quanto è pronta per adottarla? Quale investimento, in termini di formazione o incentivazione economica, dobbiamo prevedere per ottenere il corretto livello di adozione che permetta di raggiungere i risultati attesi?
Solo dopo aver risposto a queste domande, basandoci sui dati a nostra disposizione, possiamo prendere una decisione efficace e organica al nostro percorso.
Strategia come autonomia
Diversamente, agendo senza porci domande, ci troveremo nella condizione di continuare a porre in atto molte azioni, spesso slegate le une dalle altre, che non rispondono ad un disegno complessivo e non è chiaro in che misura stiano contribuendo ad avvicinarci ai nostri obiettivi.
Detto in altri termini, in questo caso non siamo noi a condurre, anche se ne abbiamo l’impressione dettata dal nostro frenetico attivismo, ma piuttosto è qualcun’altro a farlo.
Potrebbe essere la nostra stessa compagnia, che lo fa in funzione delle proprie strategie e dei propri obiettivi, che non sempre coincidono perfettamente con quelli della nostra realtà, che ha le sue particolarità determinate da territorio, dimensioni, clientela, composizione del portafoglio, caratteristiche della rete commerciale e della struttura aziendale, nonché, in primo luogo, dai valori propri della nostra azienda.
Confrontare i punti vista per dare forma all’idea
La complessità di questi processi decisionali è un tema che può essere gestito con successo solo se tutti gli elementi che la determinano sono affrontati con un pensiero che ci guida e per formare il quale risulta fondamentale confrontarsi con altri, sia internamente, valorizzando le risorse che operano all’interno delle nostre realtà e che possono vedere le cose da una diversa angolatura, sia esternamente con chi ci può aiutare, in primo luogo attraverso una consulenza strategica, a far convivere all’interno di un medesimo ecosistema una pluralità di servizi, strumenti e iniziative funzionali alla crescita dell’impresa.